venerdì 22 novembre 2013

Caduti, feriti ma mai sconfitti

Io non lo so cosa significhi perdere tutto. Uscire una mattina e non tornare più. Trovarsi con i piedi nel fango a raccogliere i pezzi di una vita. A seppellire padri e madri, fratelli e sorelli, figli e amici. Non lo so. Ma allora perchè ho le lacrime agli occhi? Perchè solo ora riesco a scrivere queste emozioni che in questi giorni tenevo dentro il mio cuore? Perchè anche se vivo a Milano e mi separano km di terreno e Tirreno quelle persone le conosco. Sono come me. Sono i miei fratelli. Sono le mie sorelle. Faccio Sanna di cognome e il DNA non s'inganna. Mischia il tuo sangue. Sei cospomolita. Cittadina del mondo. Ma Mariangela Sanna significa che tu vieni da quella Terra. E' li che hai le tue radici. Li si è compiuta una parte della storia che ti compone. E la Terra ora ti chiama. Urla ferita e nel tuo sangue questo dolore ribolle.

L'alluvione che ha colpito la mia Sardegna è una tragedia con tante responsabilità ma non è di quello che mi interessa parlare. Aspettiamoci cento mille Sardegna. Basta pensare a tutte le tragedie che si sono susseguite in una sola settimana. Filippine, Stati Uniti. Sardegna. E queste sono quelle più notiziabili. Perchè l'avidità umana ci ha resi schiavi del profitto. E ci sono orrori di cui non si parla perchè tanto a chi interessano?
Quello che mi ha colpito è stato l'abbraccio con cui in questi giorni ci stiamo stringendo tutti. Sardi e non solo. Sono giorni che ricevo telefonate e mail dagli angoli più disparati del mondo. Persone e amici che si preoccupano per i miei familiari che vivono in Sardegna. Una rete di solidarietà che sta facendo emergere anche grazie alla tecnologia una forza di volontà e voglia di farcela in tutte le persone. Stiamo scoprendo di essere più uniti di quanto forse credevamo. Più potenti dei mezzi d'informazione tradizionali. Per sapere come aiutare e le reali condizioni metereologiche in Sardegna controllate gli hastag #alluvionesardegna #allertameteoSAR

Il giorno dell'alluvione è accaduto un fatto strano. Non sono quella che si dice una fervente cattolica.Credo in Dio, ho frequentato il catechismo (le ore più inutili della mia vita insieme a quelle in cui hai un volo in ritardo) eppure quel mercoledì alle 15.30 quando il campanello ha bussato e Don Giuseppe è venuto a benedire la casa ho avuto bisogno di pregare con lui. Chiamatelo segno divino. Non ho la vocazione. Ma ritrovarmi con questo parroco che stimo perchè fa tanto per la comunità di questo quartiere tra oratorio, consultorio, centro di solidarietà mi ha rincuorato. Lui conosce la Sardegna aveva le lacrime agli occhi. Insieme abbiamo pregato commossi. Ecco. Questo è il mio Dio. Quello che unisce. Quello che dà amore e forza per condividerlo. 

Per me serve che tragedie come quella sarda ci rendano tutti un pò più furbi. Ma non la furbizia dei potenti del voler fregare ad ogni costo. No. La furbizia dei nostri nonni che sapevano che la campagna ha bisogno di cure, amore e fatica. La furbizia del mio amico, contadino indonesiano che mentre io lo fotografavo lui continuava a lavorare nella risaia come facevano i suoi bisnonni e i suoi antenati, perchè lui le macchine e i diserbanti non li avrebbe mai usati. Basta furbi che son pronti a mettere a rischio la vita dei loro figli solo perchè così si fanno soldi.

Serve una rivoluzione ma deve partire da dentro di noi. Dalle nostre scelte quotidiane. Io lo dico da sempre per me i soldi non contano. Non sono mai contati.

In questi giorni mi sono trovata a ripensare alle parole della canzone di Peppino Mereu "Nanneddu meu" non è cambiato niente dal XIX secolo ad oggi

Sos corvos suos tristos molestos
sun sa discordia de sos onestos.
Maccos famidos, ladros, baccanu
faghimos: nemos alzet sa manu.
Adiosu Nanne: tenedi contu,
faghe su surdu, bettadi a tontu.
Ca tantu, l'ides, su mundu er gai:
a sicut erat no torrat mai.

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giovedì 3 ottobre 2013

Il mio mare non è questo

Ho festeggiato il mio primo compleanno a #SuPallosu in una capanna di falasco e mattoni costruita da mio nonno sulla spiaggia. Per tutti i #Riolesi quella spiaggia è da generazioni il #mare. Il nostro mare. Il mare della vita spensierata. Della comunità. Dello stare insieme con semplicità.
Nei mesi estivi a partire dagli anni Sessanta tutto il paese andava in villeggiatura, trasferendosi mogli, bambini, polli e galline nella allora ridente località balneare. Non c'era acqua corrente, nè televisori. Vita spartana con il mare negli occhi. Si camminava scalzi tutto il giorno e si era felici.
La capanna di mio nonno era anche tra le più belle. Aveva persino il pavimento con le piastrelle. Un vero lusso per le condizioni dell'epoca.
Ho ricordi avvolti dalla nebulosa della tenera età, dalla confusione per quanto credo di aver realmente vissuto e quanto mi è stato raccontato. Guardo le fotografie e vedo gioia. Si era poveri ma felici. Purtroppo non ho potuto festeggiare altri compleanni in quella capanna. Il progresso ha imposto nuove regole. Basta accampamenti abusivi sulle spiagge. La civiltà impone regole urbanistiche e sanitarie. Un uso differente degli spazi comuni.
Le case vanno lottizzate. E così fu. Anche se per chi l'ha conosciuto #SuPallosu oggi famoso per la #comunitàfelina e le #aragoste era più bello allora. Perchè seppure abusivi i #riolesi se ne prendevano cura. Lo abitavano e amavano.
Era il loro mare.




Oggi il mare di chi è? Un interrogativo che mi assale da tempo e ora assume un'urgenza pregnate, insegue la cronaca.
Sin da piccola mi hanno insegnato che dopo una mareggiata quello che il mare porta sulla spiaggia può diventare di proprietà di chi lo trova, se non viene leggittimamente reclamato da il possessore originario. Di chi sono i cadaveri dell'#isoladeiconigli?  
Io ritengo che siano miei. Nostri. Non riesco a esservi indifferente. 

Il Mediterraneo è il mare nostrum dei popoli che vi si affacciano, ma abbiamo dimenticato questa etimologia che in passato ci ha unito. La storia dei vincitori ha prevalso e oggi siamo tutti vinti e assistiamo impotenti al consumarsi di una terribile strage voluta da chi crede che la dignità di un uomo non valga niente...

Anche oggi gli italiani emigrano sempre meno con la valigia di cartone e sempre più con il trolley di #carpisa e il biglietto lowcost ma hanno la fortuna (c'è sempre chi sta peggio!!!) di vivere in uno stato dove ti forniscono un passaporto e con questo puoi partire. A questi popoli non viene concesso neanche di avere un documento. Non esistono. Non devono esistere. Devono comprarsi anche la speranza. Non possono sperare.

"Santi, poeti e navigatori così furono gli italiani ma a guardare le migliaia di persone morte sulle nostre coste oggi siamo peccatori e della peggior specie, cinici e gretti, ignoranti e assassini...che brutto popolo.  

Non è una tragedia, non è un'emergenza è disinteresse più totale...e lo pagheremo tutti perchè forse domani su un barcone ci saremo anche noi
Io rivoglio il mio mare. Quello degli affetti e della comunità. Delle risate e della fatica. Delle speranze e delle illusioni infrante. Il mare che ha sempre contemplato la morte tra le possibilità perchè la forza della natura fa stare l'uomo al suo posto. Ma ha sempre reso dignità all'essere umano.
 

lunedì 1 luglio 2013

Le radici del cuore

E' cosi da quando sono nata....in Sardegna sono la romana. A Roma sono la sarda. E per me cosa significa questo sdoppiamento? Questa identità plurima e poco risolta in un'unica area geografica? Che da sempre mi sono sentita cittadina del mondo....che ho amato viaggiare. Curiosare. Scoprire. Confrontarmi. Perchè so dov'è casa mia. Dove sono le mie radici.
Sono in quel piccolissimo microcosmo. Riola Sardo. Un paese che è mondo. Dove succede tutto. Il suo contrario. Oppure niente. Cosi ciclicamente da secoli. Sono a Roma. Dove sono nata e cresciuta. Ma sono anche in Campania (Napoli e l'Irpinia) da dove provenivano i miei nonni materni.
E cosi da sempre. Chi mi conosce bene veramente sa che dentro di me coesistono, convivono, si infuriano tutte queste anime....tante parti diverse che compongono la mia identità....perchè alla radice di tutto ho sempre amato la storia....mia individuale che è collettiva...Della mia famiglia. Dei miei amici. Delle persone che amo. Delle persone con  cui ho lavorato. Di quelle con cui ho condiviso un'esperienza. Una sensazione. Uno sguardo.
Il racconto. Il cercare le motivazioni. Le origini. Questo mi ha sempre affascinato. Storie. Parole....e la carta per fissarle. Per far si che non voli via un'emozione. Ma che si rinnovi nella lettura. Che porti alla riflessione. Che aiuti a seguire una traiettoria....Perchè non mi stancherò di affermarlo....PER AVERE UN FUTURO BISOGNA CONOSCERE LA PROPRIA STORIA.
Oggi ho partecipato ad un incontro "Viaggio in Italia: la Sardegna" nell'ambito della Rassegna "La Milanesiana"....Si è parlato di letteratura e del cosiddetto fenomeno degli #scrittorisardi....che fenomeno non è...perchè come ha detto il giornalista @StefanoSalis gli scrittori sardi quelli più apprezzati dal grande pubblico non lo sono perchè appartenenti a quella regione ma perchè BRAVI....
@Marcello Fois uno dei miei scrittori preferiti, devo, ad esempio, al suo romanzo Memoria del vuoto la scoperta che il nome Mariangela era tipico nella Sardegna dell'Ottocento, ha fatto un intervento meraviglioso...In sardo e in italiano. Riappacificando l'affermazione identitaria con orgoglio ma senza bisogno di rivalsa. Una riscoperta del sardo, come lingua con l'apertura verso il mondo....Le radici senza la paura di essere soffocati..Il valore del passato in un momento in cui l'oggi diventa smisurato e quindi l'identità è costituita dall'essere sardo e dall'essere italiano senza contraddizioni ma tout court....
e poi @MichelaMurgia e il suo viaggio nella mia Sardegna...Cabras e dintorni....il mio Sinis...dove l'anarchia, il valore dell'indipendenza si scontrano con l'atteggiamento di sudditanza....(Stagno, peschiera, Don Efisio.....)
Oggi mi sono sentita #CONSORTE...ho incontrato e mi sono emozionata con persone che condividono il mio destino...la stessa sorte....e questo è bello....perchè il cuore batte e si nutre di storie....



martedì 21 maggio 2013

Vita da blogger

Una parola strana che quando la uso con mia nonna, lei da buona napoletana verace dice sempre "Uheè e non potevi dire che scrivi articoli...e mo chi so sti post sti blog...agg pazienza..." eppure vuoi per gioco, vuoi per lavoro e le due cose non si escludono mai nel mio caso...da due anni a questa parte scrivo sia qui che per altri siti.....prevalentemente universo mamme e bambini....ed io che per antonomasia sono La Zia Mary mi diverto veramente tantooooo!!!! Perchè il mio lavoro, Communication Consultant..Social Pr Manager, Press Office, Blogger chiamatelo come vi pare....ha tante sfaccettature, può avere aspetti noiosi ma è l'unico che so fare. E soprattutto che mi tanta soddisfazione. Perchè ogni evento che organizzi, promuovi si porta dietro un universo di valori....
La scorsa settimana ho partecipato ad un evento con Marco Bianchi.La salute vien mangiando e uno chef nutrizionista che ti insegna  a mangiar bene non ti da solo consigli su cosa preparare a cena ma su come nutrire il tuo organismo in maniera corretta....la cronaca della giornata la trovate qui 
Perchè ha ragione Carlo Petrini quando dice che la GASTRONOMIA E' ECONOMIA!  E quando restituiremo dignità a chi lavora nella produzione dei cibi e sacralità al cibo forse saremo un mondo migliore. Perchè noi siamo 7 miliardi di persone nel mondo. 1 miliardo è AFFAMATO. E produciamo cibo per 15 MILIARDI DI PERSONE....quindi ne buttiamo oltre la metà.....
Se non è economia questa??? Invertiamo la rotta....iniziando dal nostro consumo abituale....zero sprechi...
Buona giornata....


domenica 5 maggio 2013

La domenica monsonica

Questo cielo grigio e plumbeo....questa pioggia che scende copiosa e bagna la terra....quest'aria ferma e greve....il traffico immobile...il silenzio domenicale di Città Studi mi mettono una strana inquietudine...sembra che da un momento all'altro debba succedere qualcosa....
Sarà la tropicalizzazione del clima. Sarà che sto invecchiando ma non ci sono più le stagioni di una volta....
Stamattina sono uscita a maniche corte sotto un sole caldo per raggiungere la palestra...e dopo due ore...(sono sportiva ma ho fatto anche chiacchiere e sauna con una mia amica) nuvoloni...ed ora pioveeeeee
Ma sempre nel weekend ....servirà a farci riposare ad assecondare il bisogno di pigrizia ed introspezione....Io ne approfitto anche se a due salti nelle pozzanghere con le mie galosce non ci rinuncio!




giovedì 28 marzo 2013

La donna: solo sangue da lavar via

Davanti a questa pubblicità non si può rimanere inermi. Non si può dire è solo un immagine. Il corpo delle donne dalla nascita della pubblicità è stato oggetto di uso e abuso. Abbiamo assistito e assistiamo alla sua mercificazione. Tanto da essercene abituati. Non ci scandalizziamo più se per vendere un silicone serve una strappona. Chiappe, seni, labbra....non ci fanno più gridare all'osceno. Ma se sono ricorti di lividi forse un pò di brivido ancora ce lo provocano.....
Forse il sangue. L'emoglobina che scorre dentro di noi, che ci tiene vivi...guardando questa pubblicità si gela....Il sangue versato non torna più indietro. Il corpo di quella donna avvolta in un piumone è terribile. MOSTRUOSO.....il belloccio con la pezza in mano per me deve indossare le manette e andarsene a fare il figo in galera.....insieme ai grandi strateghi di marketing che hanno prodotto e pensato questa pubblicità-----anche dal sito della Clendy non sono riuscita a capire chi siano.....
Per me è raccapricciante vedere questa affissione. Il femminicidio non va incoraggiato e se la violenza deriva sempre da un problema comunicativo utilizzare messaggi come questi rende la situazione sempre più difficile.....
Io ho paura di questo mondo. Della deriva del nostro immaginario. Ma che umanità è mai quella che per vendere una pezza riduce un essere umano a spazzatura, a rifiuto da lavare via.....
Stavolta non mettiamoci una pezza ma facciamo sentire la nostra voce.....Donne e uomini insieme. Quelli per cui il sangue è vita e come tale va rispettato. Sempre. 

sabato 23 marzo 2013

Il cibo che nutre l'anima

"Tu impara. Io mangia ma sempre magro. Bangladesh noi sapere che tamarindo fa bene, digestione, circolazione. Papaya. Mango...Peperoncino. A te regalare. C'hai internet. Tu guarda. Legge....poi capisce....torna venerdì prossimo"

Questa lezione spicciola di cultura e medicina mi è stata fornita ieri dal mio "fruttarolo" che viene dal Bangladesh. Un'ennesima testimonianza di come dietro ogni prodotto ci sia tutto un mondo e come sia bello scoprirlo.
Se mangiassimo solo una mela sarebbe troppo semplice. Dobbiamo iniziare a chiederci dove nasce, come cresce, quando è stata raccolta, a che famiglia appartiene.....non perchè dobbiamo essere dei maniaci salutisti o fondamentalisti del cibo.
Ma perchè prima di mettersi in bocca qualcosa quantomeno devi sapere come si chiama? Altrimenti il nostro corpo rischia di diventare una discarica abusiva....scegliamo....e impariamo ad amarci di più-----

venerdì 15 marzo 2013

Storie di cuochi storie di vita

La sensazione più bella dopo aver passato il pomeriggio di ieri alla Triennale ad ascoltare cuochi e appassionati di cibo e cucina che hanno dato il via alle giornate della manifestazione "Cibo a regola d'arte" è che siamo quello che mangiamo....e che ognuno di noi non solo mangia ma esprime se stesso anche attraverso le proprie ricette e i propri percorsi culinari....
Certo sentir chiamare Oldani filosofo mi ha fatto contrarre la spina dorsale, ma apprezzo la definizione che anche lui stesso si riconosce ossia quella di essere un artigiano che lavora con somma maestria le materie prime e quindi la sua visione della cucina risponde all'etica e al pop inteso come popolare.
Infatti, per mangiare bene come ci insegnano le nonne, non serve spendere delle cifre assurde ma basare la scelta dei cibi sulla stagionalità e quindi sulla facilità della loro reperibilità e sul loro prezzo di mercato.
In un momento in cui tutti parlano di cucina, in cui gli chef diventano delle star avere i piedi per terra e riuscire ad ampliare i propri orizzonti non è facile. La banalizzazione della cultura enogastronomica italiana è sempre dietro l'angolo....ma stiamo attenti questo è il momento in cui eccellenza e territorio possono fare la differenza....
Ho partecipato al corso "Le mani in pasta" organizzato dalle Masserie Didattiche Pugliesi per imparare a realizzare i dolci di mandorle della Masseria Morrone e poi allo show cooking per realizzare le orecchiette nelle due varianti di condimento: sugo con braciola di asino e sugo con senapa e odori. Un'esperienza che mi ha permesso di entrare in contatto con quel territorio. Perchè le mandorle, le orecchiette, l'olio ecc...non sono solo dei prodotti ma sono delle eccellenze e se rispettate e preservate possono farci vivere e conoscere una regione, una località...la mia compagna di corso e' stata Diane una ragazza di Taiwan che studia design qui a Milano, era estasiata, le ho tradotto tutto! Sono stata orgogliosa dei suoi occhi lucidi, della sua curiosità.
...e quindi ho pensato che uno dei modi per far vivere il nostro sud Italia è quello di preservare l'agricoltura e l'allevamento accompagnandolo da una visione turistica di accoglienza.....dobbiamo far sentire il turista di nuovo ospite....farlo sentire a casa sua a casa nostra....ci riusciremo????? Dobbiamo farlo stupire e non con gli effetti speciali ma con i tesori di casa nostra!
Solo se vinceremo i campanilismi, le ostilità....in questo momento si ha bisogno di unione e professionalità. Di etica e bello.....e in cucina noi italiani siamo ancora dei campioni.......ma solo se non abbandoniamo i campi.....











giovedì 14 marzo 2013

Cibo a regola d'arte

Sono proprio curiosa di ascoltare Oldani qui in Triennale. Il tema e' interessante "Equilibrio dei contrasti. Bianco nero, morbido croccante, dolce salato". In un momento in cui si assiste alla banalizzazione della cultura enogastronomica italiana spero che questa master class si distingua per eccellenza e professionalità. Ed inoltre poiché il cibo e la cucina richiedono maestria mi aspetta anche una bella classe con le Masserie Pugliesi.




mercoledì 13 marzo 2013

Habemus papam

In trepidante attesa! Paura che il dominio ciellino diventi terreno e spirituale...ed eccolo papa Francesco I
Il primo pontefice argentino, il primo gesuita, il primo papa sud americano, il primo che sceglie il nome di San Francesco. Un cardinale che non era nella rosa dei candidati....
Buon lavoro Papa Francesco I


giovedì 28 febbraio 2013

Arrivederci Pontefice Emerito

Io quel 19 aprile 2005 me lo ricordo. Eccome. Ero in ufficio. A Roma. Era pomeriggio. C'era il sole. Corso Vittorio Emanuele era caotico come al solito. Macchine, autobus, motorini. Smog e caciara. Alla faccia dello ZTL. Ma le campane si sono sentite. Tutte le chiese di Roma suonavano le loro campane. Allora abbiamo aperto le finestre. E tanti pellegrini correvano verso San Pietro. La curiosità era tanta. Soprattutto perchè il successore di Giovanni Paolo II doveva essere un super papa-----tanto era stato l'amore che lo aveva legato al popolo dei fedeli.
Io ho tifato per te. Perchè tutti ti erano contro. Eri troppo tedesco. Teologo. Conservatore. Ed invece per me eri l'uomo giusto per guidare la multinazionale Vaticano soprattutto in un momento di crisi come quello che vivevamo e stiamo vivendo. Avevi il giusto distacco da un mondo ecclesiastico corrotto e mondano.
Ed infatti caro Pontefice Emerito, hai spiazzato tutti rassegnando le tue dimissioni. Una scelta che dimostra che si può essere liberi. Una scelta che ti allontana dagli scandali in cui sei stato travolto. Che scompagina ed imporrà alla Chiesa un rinnovamento che era sempre stato rimandato.
Non si può più tacere sulla lobby omosessuale, sui casi di pedofilia, sullo Ior, sul coinvolgimento con la banda della Magliana.....ecccc...serviva un segnale e tu l'hai dato.
Le rivoluzioni si fanno prima di tutto da se stessi. Con il tuo esempio continui a rafforzare la mia fiducia nell'uomo, nella fede in Dio, non nella sua burocratizzazione istituzionalizzata. La corruzione corrode chi la pratica. Il potere logora chi ne diventa strumento.
"Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi. Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy."

Il discorso di Benedetto XVI

mercoledì 27 febbraio 2013

Libera come un uomo......



Il momento è catartico. La soluzione non è semplice. Ha vinto chi ha perso. In Lombardia governerà la Lega. Perchè in Lombardia ci si sveglia prima e l'ndrangheta qui non esiste.....Il Movimento 5 Stelle guidato da un learder carismatico che conosce bene il popolo per averlo osservato e studiato in tanti anni di carriera d'attore sa che gli italiani amano essere guidati. Non devono pensare troppo e soprattutto si devono deresponsabilizzare ed individuare un nemico. E quindi combatterlo. Autocritica, iniziativa privata e senso di responsabilità non devono mai entrare in gioco. Pena l'uso del cervello e l'impegno. Due attività che collettivamente, preferiamo mettere in stand by......
Nei momenti di confusione cerco conforto nei classici....Oggi doppia G. Due illustri maestri e compagni di questa mia esistenza Antonio Gramsci e Giorgio Gaber.



lunedì 25 febbraio 2013

...l'attesa

Chissà...le urne si sono chiuse da una ventina di minuti e tra qualche ora sapremo, chi e se ci sarà un nuovo  governo che guiderà l'Italia......


vedremo per ora trepidante attesa....le zucche sono tutte al lavoro......

venerdì 22 febbraio 2013

Perchè a queste elezioni non voto

Ho scelto di non votare. Non perchè mi voglio deresponsabilizzare. Non perchè non voglio far valere i miei diritti di cittadina. Ma perchè votare con il naso turato. Scegliere il meno peggio non è da me.
Io rischio. L'ho sempre fatto e continuerò a farlo.
Non ho paura di esprimere le mie opinioni. Non ho bisogno di offendere per farle valere. Ma in questo momento storico in cui viviamo in Italia non mi sento rappresentata. Nè dalla parte che ho sempre votato (la sinistra), nè dal nuovo che ha il sapore e i toni della dittatura (Grillo&co), nè dal nuovo che sa di farsa (Giannino), nè dal nuovo che sa di forca (Ingroia)....della destra nemmeno parlo....non li ho mai presi sul serio. Mi avvalgo di quella famosa sentenza della Corte di Cassazione, in cui per evitare l'accumulo di processi e denunce contro Biscardi e i suoi ospiti sentenziò: "Tutto quello che viene detto e pronunciato durante la trasmissione è fuori contesto, privo di qualunque attaccamento alla realtà!".
E così oggi, a campagna elettorale quasi chiusa penso a quanto noi italiani non conosciamo la storia, a quanta paura abbiamo di vincere i nostri limiti, di ritornare ad essere santi, poeti e navigatori...e quanto ci piace vivere di pizza&mandolino.
E così mi rivolgo ad un classico del pensiero, all'uomo che teorizzò la figura dell'intellettuale organico e nazional popolare  (che non significa stare nei talk show e sparare a zero sugli ospiti..... ) quel grande italiano, nato a Ales, quindi in provincia di Oristano, Antonio Gramsci....quando parla del popolo delle scimmie.....
E spero che sotto la neve ci siano i germogli di una nuova primavera!!!!!


martedì 22 gennaio 2013

Cieli plumbei ma sereni

Niente di nuovo sotto il cielo....eppure....eppure ieri Barack Obama ha giurato sulla Bibbia appartenuta a Martin Luther King e Abram Lincoln....ha parlato alla nazione chiamando i suoi elettori fratelli e sorelle, ha stretto tutti, neri, immagranti, bianchi, giovani, anziani, gay, etero, in un unico abbraccio....Un capo di stato, un uomo che fa politica. Facendo errori ma facendo......la differenza con i politici di casa nostra...in questi giorni tutti impegnati nei "casting". Non si tratta di campagna elettorale con programmi. Ma di una rincorsa a salvare la propria poltrona, ad esserci per uno stipendio, per servire i propri interessi, per manifestare il proprio potere....eppure
eppure sono giorni che a Milano non splende il sole...che il grigio colora e attenua ogni tinta....ma proprio quando manca il sole uno diventa ancora più sensibile...e quindi riesce a cogliere le diverse sfumature....a percepire la luce...e su quella strada mi incammino.........con quella speranza nel cuore....possiamo migliorare....